martedì 8 maggio 2018

self-pitying-masochist

Ci riproviamo. 

DA:
Colazione: yogurt (110) + cereali (130)
Spuntino: cracker (138)
Pranzo: insalata + olio (108)
Cena: cotoletta piccola (226)

Totale: 712

Non so di cosa voglio parlare.
So che voglio mettere in chiaro ciò che sto passando in questo periodo, ma non so su cosa dovrei concentrarmi. Non so neanche se riesco più a concentrarmi su qualcosa.

Da quando mi sono laureata a Dicembre non ho fatto assolutamente niente. I primi due mesi perchè me la sentivo così, è stato un fareniente con convinzione. I miei genitori mi hanno sostenuto tutto il tempo e da un lato non me l'aspettavo, soprattutto da mio papà. E' stato lui soprattutto a dirmi che dovevo riposarmi e rilassarmi per qualche tempo prima di cominciare a cercare lavoro (in realtà quando provavo a dirgli che avevo mandato curriculum in giro sembrava quasi arrabbiarsi).
Comunque... i due mesi successivi non sono stati sicuramente per scelta.
A metà Marzo mi hanno scartato da una posizione che sembrava scritta apposta per me. Lo stesso lavoro che ho fatto durante la tesi, ma in Irlanda (meraviglia). Nell'Università dei miei sogni (unbelievable).
Mi hanno fatto complimenti per il curriculum, per il colloquio ma la competizione era molto ferrea e purtroppo un altro candidato ha fatto meglio.

Grazie tante e arrivederci. 
E così parte la depressione nera e l'apatia completa.
Il problema di non avere nessun progetto, nessuna motivazione o semplicemente niente da fare per fare arrivare l'ora di andare a dormire è che tutto diventa più difficile.
alzarsidalletto. uscire. vederegliamici. leggereunlibro. cercareunlavoro.
L'unica cosa che non è affatto difficile è mangiare e sentirsi uno schifo.

Giovedì ho un appuntamento con un professore dell'università. Non lo conosco e non ho idea di come lavori, ma forse ha qualche proposta per me su cui lavorare mentre cerco un dottorato.
Così non faccio la muffa dentro casa e in più rimpolpo il curriculum. 


E stando fuori casa la smetterò di mangiare. 

2 commenti:

  1. Sai cos'è lo schifo? Che mi sembra sempre di dover pompare la mia vita a millemila giri al minuto. E non perchè devo dimostrare che valgo, o perchè ho genitori esigenti o chissà quale altra spiegazione psicodrammatica. Ne sento proprio la necessità fisica.

    Stare ferma per una giornata mi ha sempre mandato il cervello fuori fase, e parlo anche di quando dovevo stare a casa da scuola perchè avevo la febbre.
    Per questo penso che mi troverei bene in ambiente accademico. Probabilmente sarei quella che sembra sempre fatta di anfetamine.

    Probabilmente il mio psicologo avrebbe da commentare anche su questo. Tipo che ho bisogno di riempire la mia vita di drammi/ho bisogno di stare sempre sul chi vive/ho bisogno di cambiare continuamente abitudini perchè così avrei l'illusione di fare qualcosa che abbia valore/per soffocare i miei disagi/per evitare di fermarmi a riflettere su quello che sto pensando.

    Per fortuna è un sacco che non ci vado più, quindi whocares. XD

    E' deprimente che la nostra vita professionale in questo paese dipenda quasi totalmente da quanto gli altri ci possano aiutare a farla decollare. E se non ci aiutano, non c'è nessuna possibilità. Finora è così che mi è parso l'ambiente accademico in italia, quindi non mi sorprende di sentire la tua esperienza, anche se me ne dispiaccio ugualmente. Spero che quello che fai ora sia comunque soddisfacente. :)

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  2. Provvedere a sè stessi è più che soddisfacente. Poi se la tranquillità fa per te è ancora meglio.
    In realtà sono io a invidiare te, vorrei sapere anche io come fare ad avere ritmi lunghi.

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